Negli anni Sessanta, la Sicilia vive un periodo di forti contrasti, sospesa tra modernizzazione e tradizione. L’isola resta in larga parte legata a un’economia agricola e a modelli di vita arcaici, soprattutto nelle zone rurali, mentre le città iniziano a sperimentare i primi segnali di sviluppo industriale e urbanizzazione. Emigrazione e spopolamento segnano profondamente il decennio: molti siciliani lasciano l’isola in cerca di lavoro nel Nord Italia o all’estero. Sul piano culturale, la Sicilia resta una fucina viva di intellettuali e artisti – da Leonardo Sciascia a Renato Guttuso – che raccontano con forza le contraddizioni sociali e politiche del tempo. Il peso della mafia, ancora spesso taciuto o sottovalutato, convive con il fermento di una società che, pur tra difficoltà, cerca nuove vie di emancipazione e cambiamento.
Nel corso dei decenni, più volte Carlo Orsi ha rivolto il suo obiettivo al territorio siciliano: oltre al reportage realizzato all’inizio degli anni Sessanta dedicato alla realtà sociale di Partinico, centro poco distante da Palermo, ha indirizzato la sua attenzione al Grande cretto di Alberto Burri, realizzato tra il 1985 e il 1989 sui ruderi di Gibellina, rasa al suolo nel 1968 dal terremoto del Belice, ad Agrigento, soffermandosi sui contrasti tra la città nuova e la Valle dei Templi, e alle peculiarità naturali dell’isola di Panarea.
002-049-58
Uomini mungono vacche in strada, 1962
Partinico (Italia)
Negli anni Sessanta, la Sicilia vive un periodo di forti contrasti, sospesa tra modernizzazione e tradizione. L’isola resta in larga parte legata a un’economia agricola e a modelli di vita arcaici, soprattutto nelle zone rurali, mentre le città iniziano a sperimentare i primi segnali di sviluppo industriale e urbanizzazione. Emigrazione e spopolamento segnano profondamente il decennio: molti siciliani lasciano l’isola in cerca di lavoro nel Nord Italia o all’estero. Sul piano culturale, la Sicilia resta una fucina viva di intellettuali e artisti – da Leonardo Sciascia a Renato Guttuso – che raccontano con forza le contraddizioni sociali e politiche del tempo. Il peso della mafia, ancora spesso taciuto o sottovalutato, convive con il fermento di una società che, pur tra difficoltà, cerca nuove vie di emancipazione e cambiamento.
Nel corso dei decenni, più volte Carlo Orsi ha rivolto il suo obiettivo al territorio siciliano: oltre al reportage realizzato all’inizio degli anni Sessanta dedicato alla realtà sociale di Partinico, centro poco distante da Palermo, ha indirizzato la sua attenzione al Grande cretto di Alberto Burri, realizzato tra il 1985 e il 1989 sui ruderi di Gibellina, rasa al suolo nel 1968 dal terremoto del Belice, ad Agrigento, soffermandosi sui contrasti tra la città nuova e la Valle dei Templi, e alle peculiarità naturali dell’isola di Panarea.
002-050-35
Bambini bevono e giocano a una fontanella, 1962
Trappeto/Partinico (PA) (Italia)
068-314-23
Danilo Dolci (a destra) con bambini in strada, 1963
Trappeto/Partinico (PA) (Italia)
090-164-16
Il Cretto di Burri, 1989
Sicilia (Italia)
014-058-25
Il Cretto di Burri, 1989
Sicilia (Italia)
012-092-05
Tempio della Concordia, 2002
Valle dei Templi, Agrigento (Italia)
003-110-07
Viaggio a Panarea, rocce, 1998
Isola di Panarea (Italia)
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