Il Cretto di Gibellina (Trapani) è una delle opere più imponenti di Alberto Burri. Realizzato a partire dal 1985, consiste in una colata di cemento bianco di un metro e cinquanta di altezza che ricopre le macerie del vecchio centro di Gibellina, distrutto dal terremoto del Belice del 1968. Le grandi fenditure che attraversano la superficie riproducono la trama delle vie del paese, trasformando le rovine in una cicatrice permanente e in un potente simbolo di memoria collettiva. La costruzione dell’opera fu interrotta nel 1989, anno in cui Carlo Orsi ne documentò lo stato e le fasi realizzative; fu poi portata a termine nel 2015, in occasione del centenario della nascita di Burri secondo il progetto originario. Con i suoi oltre 86.000 metri quadrati, il Cretto si configura come un’opera d’arte totale, capace di unire tragedia storica e riflessione estetica.
Nel corso dei decenni, più volte Carlo Orsi ha rivolto il suo obiettivo al territorio siciliano: oltre al reportage realizzato all’inizio degli anni Sessanta dedicato alla realtà sociale di Partinico, centro poco distante da Palermo, ha indirizzato la sua attenzione al Grande cretto di Alberto Burri, realizzato tra il 1985 e il 1989 sui ruderi di Gibellina, rasa al suolo nel 1968 dal terremoto del Belice, ad Agrigento, soffermandosi sui contrasti tra la città nuova e la Valle dei Templi, e alle peculiarità naturali dell’isola di Panarea.
014-058-05
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
Il Cretto di Gibellina (Trapani) è una delle opere più imponenti di Alberto Burri. Realizzato a partire dal 1985, consiste in una colata di cemento bianco di un metro e cinquanta di altezza che ricopre le macerie del vecchio centro di Gibellina, distrutto dal terremoto del Belice del 1968. Le grandi fenditure che attraversano la superficie riproducono la trama delle vie del paese, trasformando le rovine in una cicatrice permanente e in un potente simbolo di memoria collettiva. La costruzione dell’opera fu interrotta nel 1989, anno in cui Carlo Orsi ne documentò lo stato e le fasi realizzative; fu poi portata a termine nel 2015, in occasione del centenario della nascita di Burri secondo il progetto originario. Con i suoi oltre 86.000 metri quadrati, il Cretto si configura come un’opera d’arte totale, capace di unire tragedia storica e riflessione estetica.
Nel corso dei decenni, più volte Carlo Orsi ha rivolto il suo obiettivo al territorio siciliano: oltre al reportage realizzato all’inizio degli anni Sessanta dedicato alla realtà sociale di Partinico, centro poco distante da Palermo, ha indirizzato la sua attenzione al Grande cretto di Alberto Burri, realizzato tra il 1985 e il 1989 sui ruderi di Gibellina, rasa al suolo nel 1968 dal terremoto del Belice, ad Agrigento, soffermandosi sui contrasti tra la città nuova e la Valle dei Templi, e alle peculiarità naturali dell’isola di Panarea.
090-164-16
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
080-030-32
Cretto di Alberto Burri in memoria del terremoto del Belice, 1968, 1989
Gibellina (Italia)
014-059-32
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-059-22
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-059-17
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-059-11
1989
Partanna (Italia)
014-058-29
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-058-26
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-058-25
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-058-24
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-058-22
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-058-12
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-058-11
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
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Il cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
014-058-05
Il Cretto di Burri, 1989
Gibellina (Italia)
Provino 014-058
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