Italia da demolire

In spiaggia con il mostro

"La spiaggia si chiama 'Pane e pomodoro'. È facile capire perché si chiama così. Non è certo una spiaggia alla quale attracchino le grandi barche da crociera, questa. È una spiaggia da gente normale. Davanti, il mare. Dietro, il lungomare Armando Perotti. In fondo, sulla Punta Perotti si vede soltanto un muro: un immenso scatolone di cemento con i buchi delle finestre. È mezzogiorno, e la spiaggia è piena di gente. Famiglie, bambini. [...]

Signora di mezza età, indicando i palazzi di Punta Perotti: 'Le sembra giusto?' dice solo così: 'Le sembra giusto?' e scuote la testa. La parola 'giusto' le sembra appropriata, la ripete. 'Sì, giusto, ci hanno rubato la vista. Bari, qui è cambiata e in peggio, no?'. 'Credo proprio di sì, signora', le rispondo io. Quando, ogni tanto, sulla spiaggia cala il vento sembra che il sole aumenti come la marcia di un motore, sembra di sentire un ruggito. Sventolano i fazzoletti, si alzano le bottiglie di plastica dell’acqua minerale. [...]

Adesso parla un omino ossuto, nerissimo. [...]

'Dicevano che lo buttavano giù, ma chi ci crede? La moneta cammina'. 'Scusi?', dico io. 'I soldi arrivano dove vogliono', mi spiega. 'Ecco'.

Adesso mi sembra di avere, più o meno, tutte le informazioni che ci volevano. [...] La spiaggia 'Pane e pomodoro' è sempre piena. Il sole è bello caldo e la vista è splendida. Basta non guardare dalla parte di Punta Perotti."

(Emilio Tadini, Bari, tra i bagnanti del lungomare: "Così quei palazzoni ci hanno tolto la vista”. Punta Perotti, in spiaggia con il mostro, "Corriere della Sera”, 12 giugno 2000)

Scheletri e presenze

Le fotografie di Carlo Orsi illustrano un reportage di Guido Vergani pubblicato sul “Corriere della Sera” in quattro puntate, dal 17 luglio al 7 agosto 2000, dedicato a eclatanti casi di abusivismo edilizio sul territorio italiano. Il giornalista approfondisce le vicende burocratiche e giuridiche - che spesso si protraggono per decenni - legate a progetti edilizi ideati scegliendo di ignorare il loro impatto ambientale a favore del guadagno e della speculazione. Da Portovenere al parco nazionale di Punta Licosa a Salerno, gli scatti di Orsi mostrano scheletri di cemento armato che stridono con il contesto circostante, veri e propri “mostri” che in alcune immagini divengono vere e proprie presenze incombenti e inquietanti che annullano la bellezza del paesaggio in cui sono immersi.

012-086-09
2000
Punta Licosa, Salerno (Italia)

Italia da demolire


In spiaggia con il mostro

"La spiaggia si chiama 'Pane e pomodoro'. È facile capire perché si chiama così. Non è certo una spiaggia alla quale attracchino le grandi barche da crociera, questa. È una spiaggia da gente normale. Davanti, il mare. Dietro, il lungomare Armando Perotti. In fondo, sulla Punta Perotti si vede soltanto un muro: un immenso scatolone di cemento con i buchi delle finestre. È mezzogiorno, e la spiaggia è piena di gente. Famiglie, bambini. [...]

Signora di mezza età, indicando i palazzi di Punta Perotti: 'Le sembra giusto?' dice solo così: 'Le sembra giusto?' e scuote la testa. La parola 'giusto' le sembra appropriata, la ripete. 'Sì, giusto, ci hanno rubato la vista. Bari, qui è cambiata e in peggio, no?'. 'Credo proprio di sì, signora', le rispondo io. Quando, ogni tanto, sulla spiaggia cala il vento sembra che il sole aumenti come la marcia di un motore, sembra di sentire un ruggito. Sventolano i fazzoletti, si alzano le bottiglie di plastica dell’acqua minerale. [...]

Adesso parla un omino ossuto, nerissimo. [...]

'Dicevano che lo buttavano giù, ma chi ci crede? La moneta cammina'. 'Scusi?', dico io. 'I soldi arrivano dove vogliono', mi spiega. 'Ecco'.

Adesso mi sembra di avere, più o meno, tutte le informazioni che ci volevano. [...] La spiaggia 'Pane e pomodoro' è sempre piena. Il sole è bello caldo e la vista è splendida. Basta non guardare dalla parte di Punta Perotti."

(Emilio Tadini, Bari, tra i bagnanti del lungomare: "Così quei palazzoni ci hanno tolto la vista”. Punta Perotti, in spiaggia con il mostro, "Corriere della Sera”, 12 giugno 2000)

Scheletri e presenze

Le fotografie di Carlo Orsi illustrano un reportage di Guido Vergani pubblicato sul “Corriere della Sera” in quattro puntate, dal 17 luglio al 7 agosto 2000, dedicato a eclatanti casi di abusivismo edilizio sul territorio italiano. Il giornalista approfondisce le vicende burocratiche e giuridiche - che spesso si protraggono per decenni - legate a progetti edilizi ideati scegliendo di ignorare il loro impatto ambientale a favore del guadagno e della speculazione. Da Portovenere al parco nazionale di Punta Licosa a Salerno, gli scatti di Orsi mostrano scheletri di cemento armato che stridono con il contesto circostante, veri e propri “mostri” che in alcune immagini divengono vere e proprie presenze incombenti e inquietanti che annullano la bellezza del paesaggio in cui sono immersi.

012-090-24
2000
Agrigento (Italia)

012-093-07
2000
(Italia)

012-094-13
2000
Portovenere (Italia)

012-094-03
2000
Portovenere (Italia)

012-092-17
2000
Punta Perotti, Bari (Italia)

012-092-14
2000
Punta Perotti, Bari (Italia)

012-092-11
2000
Punta Perotti, Bari (Italia)

012-091-29
2000
Porto Empedocle (Italia)

012-090-23
2000
Porto Empedocle (Italia)

012-090-20
2000
Realmonte (Italia)

012-089-32
Italia da demolire - Corriere della Sera, 2000
(Italia)

012-089-28
2000
Porto Empedocle (Italia)

012-089-24
2000
Capo Rossello (Italia)

012-089-19
2000
Torre a Mare (Italia)

012-089-11
2000
Capo Rossello (Italia)

012-089-08
2000
Capo Rossello (Italia)

012-089-05
2000
Capo Rossello (Italia)

012-089-03
2000
Capo Rossello (Italia)

012-087-17
2000
Punta Licosa, Salerno (Italia)

012-086-09
2000
Punta Licosa, Salerno (Italia)

Provino 012-089

Provino 012-092