La caduta del Muro di Berlino

C'è uno spiffero e poi una voragine

C'è uno spiffero e poi una voragine. Un ordine, un disordine e poi un miracoloso assestamento. Un mondo, una città, una piazza come una casa prima durante e dopo la festa.
C'è una furia senza ferocia, una serenità cupa eppure formidabile. Cielo e terra, mattoni, picconi. Bianco e nero. Carlo Orsi.
Vedo un autentico reportage. Autentico perché non disturbato da finzione alcuna.
Semplicemente, talento fotografico per registrare ciò che è. Che è stato, visto oggi.
Ed è un viaggio possibile e diverso sempre. Diversissimo nei bilanci di chi vede oppure vide.
Allora, all'epoca dei fatti - come si dice - fu soprattutto una gioia. Quella che stava e ancora resiste nelle fotografie.
La gioia di chi quello spiffero aprì e di Carlo che scattava.
Il Muro infranto, spaccato, disossato e divorato durante un banchetto in calendario da anni.
Per qualcuno da una vita, da sempre. Una barriera da rimuovere comporta gesti liberatori in ogni caso. Quella lì, poi, figurati. Il Muro per Il Gesto, Il Segno. Tempo ed Epoca. Storia.

Giorgio Terruzzi

9 novembre 1989

La caduta del Muro di Berlino, avvenuta il 9 novembre 1989, segnò una svolta epocale nella storia europea e mondiale.

Il Muro, costruito nel 1961 per dividere Berlino Est da Berlino Ovest, era il simbolo della Guerra Fredda e della contrapposizione tra il mondo comunista e quello capitalista. A favorire la sua fine furono le riforme avviate in URSS dal presidente Michail Gorbaciov, come la perestrojka e la glasnost, che promossero apertura e dialogo. Le crescenti proteste popolari in Germania Est e nei Paesi del blocco orientale, unite alla pressione diplomatica internazionale, portarono all’apertura improvvisa dei confini. La popolazione berlinese accorse al Muro, lo attraversò, lo scalò e iniziò ad abbatterlo con le proprie mani. Nei mesi successivi, questo evento accelerò la riunificazione della Germania, sancita ufficialmente il 3 ottobre 1990, segnando anche l’inizio della fine dell’Unione Sovietica, che si dissolse due anni dopo, nel 1991. La caduta del Muro resta un simbolo di libertà e della capacità dei popoli di superare le divisioni imposte dalla storia e dalla politica.

 

002-086-02
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

La caduta del Muro di Berlino


C'è uno spiffero e poi una voragine

C'è uno spiffero e poi una voragine. Un ordine, un disordine e poi un miracoloso assestamento. Un mondo, una città, una piazza come una casa prima durante e dopo la festa.
C'è una furia senza ferocia, una serenità cupa eppure formidabile. Cielo e terra, mattoni, picconi. Bianco e nero. Carlo Orsi.
Vedo un autentico reportage. Autentico perché non disturbato da finzione alcuna.
Semplicemente, talento fotografico per registrare ciò che è. Che è stato, visto oggi.
Ed è un viaggio possibile e diverso sempre. Diversissimo nei bilanci di chi vede oppure vide.
Allora, all'epoca dei fatti - come si dice - fu soprattutto una gioia. Quella che stava e ancora resiste nelle fotografie.
La gioia di chi quello spiffero aprì e di Carlo che scattava.
Il Muro infranto, spaccato, disossato e divorato durante un banchetto in calendario da anni.
Per qualcuno da una vita, da sempre. Una barriera da rimuovere comporta gesti liberatori in ogni caso. Quella lì, poi, figurati. Il Muro per Il Gesto, Il Segno. Tempo ed Epoca. Storia.

Giorgio Terruzzi

9 novembre 1989

La caduta del Muro di Berlino, avvenuta il 9 novembre 1989, segnò una svolta epocale nella storia europea e mondiale.

Il Muro, costruito nel 1961 per dividere Berlino Est da Berlino Ovest, era il simbolo della Guerra Fredda e della contrapposizione tra il mondo comunista e quello capitalista. A favorire la sua fine furono le riforme avviate in URSS dal presidente Michail Gorbaciov, come la perestrojka e la glasnost, che promossero apertura e dialogo. Le crescenti proteste popolari in Germania Est e nei Paesi del blocco orientale, unite alla pressione diplomatica internazionale, portarono all’apertura improvvisa dei confini. La popolazione berlinese accorse al Muro, lo attraversò, lo scalò e iniziò ad abbatterlo con le proprie mani. Nei mesi successivi, questo evento accelerò la riunificazione della Germania, sancita ufficialmente il 3 ottobre 1990, segnando anche l’inizio della fine dell’Unione Sovietica, che si dissolse due anni dopo, nel 1991. La caduta del Muro resta un simbolo di libertà e della capacità dei popoli di superare le divisioni imposte dalla storia e dalla politica.

 

002-093-22
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-093-02
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-093-32
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-093-21
Libertà obbligatoria. Pensando a Giorgio Gaber e Sandro Luporini, 1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-093-18
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-092-37
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-091-36
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-091-13
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-086-02
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-090-03
Carlo Orsi, 1989
Porta di Brandeburgo, Berlino (Germania)

002-089-33
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-089-19
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-087-25
Al di qua del muro, 1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-087-06
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-086-08
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

002-086-03
1989
Muro di Berlino, Berlino (Germania)

Berlino
Simona Confalonieri