Quando nel 1969 Carlo Orsi pubblica il suo primo libro di fotografie, una raccolta di immagini della città di Milano, è già da subito evidente la sua propensione al racconto.
La città, che è la sua città, viene raccontata attraverso una serie di fotografie di grande intensità espressiva che sono tra loro collegate proprio a costruire una storia.
"È la storia, a volte cupa e drammatica, di una città in grande trasformazione, una Milano che cerca operosamente e radicalmente di uscire da un dopoguerra drammatico.
In quegli anni comincia la vera ricostruzione, nel bene e nel male tutto sta cambiando, le nuove costruzioni, gli abitanti con i primi grandi flussi migratori, le abitudini che risentono di un clima politico in grande fermento, Milano non è più la città che sale di Boccioni, è una città che cambia abito e carattere e questo movimento produce drammatiche contraddizioni.
Questo movimento un po' affannato e quelle contraddizioni, erano raccontate nel libro di Carlo con immagini che oggi appaiono come icone distillate da un complicato mondo di segni in rapida trasformazione.
Il grattacielo Pirelli e l'osteria dell'angolo erano le figure estreme di questo processo del quale chi viveva in città era, in qualche modo, parte attiva. Carlo ritraeva la città che lui stesso, anche con le sue fotografie, contribuiva a trasformare. Erano in fondo stupende immagini della propria casa, dove si cambiano i mobili, si compera il televisore e si assume la filippina.
Immagini di un mondo giovanilmente conosciuto, partecipato ma tutto da scoprire, da rivelare anche se "a portata di mano". Le strade dove Carlo ha camminato, le persone che ha frequentato, le stazioni da dove tante volte è partito o dove è arrivato. (...)"
Gianfranco Pardi
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